Scrittura Inclusiva
Scrivere in maniera inclusiva significa prima di tutto rendere i testi chiari, naturali, fluidi. Significa renderli fruibili anche alle persone neuroatipiche, cioè quelle che hanno un diverso modo di leggere ed elaborare le informazioni rispetto a quello più diffuso (persone con una disabilità visiva o auditiva, oppure dislessiche o disortografiche, ad esempio).
In questi casi la strada è scrivere testi in modo da evitare le frasi lunghe, le doppie negazioni, il passivo, le sigle senza scioglierle, i termini tecnici senza spiegarli.
Ma ecco che proprio qui sta la magia, il filtro bellezza: scrivere in maniera fluida e naturale facilita la vita delle persone in generale:
- le invoglia a leggere
- le orienta
- risponde alle domande prima che si formulino
- sfoltisce i testi con giudizio.
E se tenere conto delle condizioni fisiche o cognitive è un aspetto fondamentale, per aprirci a quante più persone possibile, l’altro è rispettare le differenze di genere. Provare e dimostrare rispetto per un’ampia fetta di popolazione fin qui marginalizzata perché non considerata o perché oggetto di un linguaggio non rispettoso.
E quindi la ricetta è sostituire tutti i femminili e i maschili con lo schwa (ə) o l’asterisco? No. Accessibilità e leggibilità non sono un optional. Per il momento su questi argomenti non esiste la ricetta definitiva, ma esistono alcune concrete e oneste strade percorribili.
Come lavoriamo
Plain Language e linguaggio inclusivo
Chi legge deve potersi concentrare sui contenuti e smettere di perdere tempo cercando di indovinare cosa si nasconde dietro paroloni o strutture complesse. Se i testi non sono scritti per essere letti, è da lì che partiamo: chiarire, fluidificare, esplicitare, far entrare aria fresca.
Il secondo passo è lavorare sui testi in modo da verificare che tutte le parole siano rispettose e parlino a chiunque. Se i testi non sono scritti per includere, è lì che agiamo: rivolgersi direttamente alle persone, cambiare l’ordine delle parole, usare termini che non facciano riferimento al genere, aggiornare certi lessici per accogliere le tante domande di adeguata rappresentazione.
Perché non sono le persone che devono adattarsi alla scrittura, ma è la scrittura che va incontro alle persone.